lunedì 4 luglio 2011

Quanto ci costa vivere in Europa?

Euro (foto Getty)
Quanto costa vivere nei Paesi dell'Ue? Per calcolarlo si può fare riferimento ai dati pubblicati da Eurostat. Mettendo a paragone i prezzi dei beni e dei servizi nei Ventisette si può scoprire ad esempio che in Italia il costo della vita è di poco superiore alla media. Il sito di informazione Linkiesta.it ha elaborato le statistiche di Eurostat e ha fatto un confronto, Paese per Paese, dei prezzi in generale e di quelli relativi ad alcune delle principali categorie di spesa (alimentari, alcol e tabacchi, abbigliamenti, trasporti, ristorazione e hotel, elettronica di consumo).

Ecco quindi quanto costa fare la spesa in Europa.


L'elaborazione de Linkiesta.it ha fatto pari a 100 il costo medio dei beni e dei servizi nei 27 Stati dell'Unione Europea. L'analisi, effettuata soltanto in termini relativi e non in valori assoluti, è partita dal costo della vita in generale, prendendo in considerazione, come riferimento, un paniere di 2.500 beni di consumo e servizi. Il Paese in cui il costo della vita è esattamente pari alla media dei Ventisette è la Gran Bretagna. Il valore è infatti uguale a 100. Lo Stato in cui la vita è più cara è invece la Danimarca, che raggiunge un punteggio di 143.

Quindi, se per esempio un consumatore fa la spesa in un supermercato britannico e spende 100 euro, per acquistare gli stessi prodotti in terra danese dovrebbe spenderne 143. Per quanto riguarda il costo del vivere in generale, l'Italia si colloca di poco, quattro punti, al di sopra della media Ue: il punteggio del nostro Paese è 104. Tra gli Stati più cari, dopo la Danimarca, ci sono la Finlandia (123), il Lussemburgo (120) e la Svezia (120). Quelli in cui vivere costa meno sono invece i Paesi dell'Est: Bulgaria (51), Romania (59) e Polonia (63), molto al di sotto della media.

Per quanto riguarda cibo e bevande analcoliche, la situazione non è molto diversa. Il paese più caro da questo punto di vista è ancora la Danimarca, con ben 36 punti al di sopra della media. Al secondo posto però spicca l'Irlanda (120 punti). Nel Paese definito fino a pochi anni fa "la Tigre Celtica", non è quindi una buona idea fare acquisti alimentari. In questa graduatoria, l'Italia si piazza ancora una volta intorno alla media europea con un punteggio di 106: sei punti in più rispetto al valore medio. Nel Belpaese, comprare prodotti alimentari è più dispendioso che in altri Stati come la Gran Bretagna (102) o l'Olanda (96).

Lo scenario relativo all'alcol e ai tabacchi è completamente diverso. I prezzi maggiori per sigarette e alcolici si riscontrano in Irlanda (170 punti) e nel Regno Unito (142). In Italia, invece, i vizi sono un po' più abbordabili: il punteggio del nostro Paese è 104. Anche in questo caso, gli Stati in cui conviene di più fare acquisti del genere si trovano nell'Europa orientale. Nel più economico, la Romania (64 punti), chi compra tali prodotti spende quasi la metà rispetto alla media europea.

Per chi vuole fare shopping di abiti è consigliabile evitare la Svezia (126 punti), il Paese più caro per quanto concerne l'abbigliamento. In Italia (101 punti), invece, una delle patrie della moda per eccellenza, i prezzi di vestiti, borse e scarpe sono molto simili a quelli medi presenti nell'Ue. Agli stessi livelli ci sono gli Stati baltici come Estonia (100) e Lettonia (100).

Tra i 27 Paesi dell'Ue, i costi dell'elettronica di consumo, dai cellulari all'iPad, non sono molto dissimili tra di loro. Se si escludono Svezia (115), Danimarca (113) e Malta (110) dove i prezzi superano la media europea di 10-15 punti, i prezzi dei prodotti hi tech sono più o meno gli stessi in tutta Europa. L'Italia (106) è al quinto posto tra i Paesi dove le tecnologie di consumo costano di più. Ma il divario con gli altri Stati non è molto ampio: in Gran Bretagna (98), per esempio, che è al sedicesimo posto, i costi sono di soli due punti al di sotto della media; la Germania (96), dove invece i prezzi sono più bassi di quattro punti rispetto ai valori medi, è al ventunesimo posto.

Passando ai costi dei mezzi di trasporto privato, quindi soprattutto automobili e carburante, si può osservare che l'Italia è perfettamente in linea con la media europea, mentre in Danimarca, per esempio i prezzi sono quasi insostenibili visto che superano di ben 67 punti i valori media. A sorpresa, il secondo Paese più caro per quanto riguarda i trasporti privati è il Portogallo (120 punti), uno Stato che non figura ai primi posti in nessun'altra categoria.

Un'altra voce di spesa che pesa sul bilancio dei cittadini europei è quella relativa a ristoranti e hotel. Anche in questo caso, i costi più alti si osservano nei Paesi scandinavi come Danimarca (153), Svezia (138) e Finlandia (129). Ma anche l'Italia, meta d'eccezione per gastronomia e viaggi, non scherza. Le spese che i consumatori devono sostenere nelle strutture di ricezione italiane sono più elevate rispetto alla media europea di ben sette punti. In alcuni Stati dell'Est, invece, il quadro è completamente differente. Chi si ferma in un ristorante o in un albergo della Bulgaria (il fanalino di coda di questa categoria con 45 punti), spende meno della metà di quanto pagherebbe in media nei 27 Paesi dell'Unione europea.

Nessun commento:

Posta un commento