domenica 19 giugno 2011

Calcio scommesse - Paoloni ai domiciliari dopo 17 giorni

Marco Paoloni (AP/LaPresse) - Calcio-scommesse (Fotolia)
"Mi sento un po' sollevato, non vedo l'ora di andare a casa per vedere mia figlia e mia moglie. Sono stati 17 giorni duri, ma adesso sono contento così": sono queste le prima parole di Marco Paoloni all'uscita dal carcere di Cremona, da cui il portiere ex grigiorosso è stato rilasciato poco dopo le 19 su ordine del Gip Guido Salvini, che ne ha disposto gli arresti domiciliari.

INNOCENTE O COLPEVOLE? - L'estremo difensore, accusato di aver drogato i compagni di squadra somministrando loro un ansiolitico e di aver contribuito a combinare una lunga serie di partite a fini di scommesse, ha rilanciato la palla nel campo della magistratura: "La mia innocenza la dovrà stabilire chi di dovere, io ho detto tutto...adesso voglio solo andare a vedere mia figlia". Scortato dagli avvocati De Paolo e Curatti e da un folto stuolo di giornalisti e fotografi, Paoloni si è allontanato dal penitenziario per raggiungere l'appartamento dove sconterà i domiciliari. Un appartamento in città, la scelta del giudice, per consentire in tempi brevi eventuali nuovi interrogatori dell'indagato, che non potrà comunicare con altri se non la moglie, la figlia e i legali. Una scelta che si può leggere anche come un tentativo di fare pressione sul giocatore, ritenuto testimone chiave della vicenda, ma fino a oggi poco propenso ad ammissioni davanti alla giustizia. I legali del giocatore si dicono "ragionevolmente sereni per i futuri sviluppi" dell'indagine, cui Paoloni (secondo l'avvocato Curatti) avrebbe oggi collaborato secondo le richieste del Gip, chiarendo l'episodio del Minias e altri aspetti della vicenda con "spiegazioni molto lucide".

L'estremo difensore viene rilasciato su ordine del Gip Guido Salvini - 2 Non dello stesso parere il Gip Guido Salvini, che nell'ordinanza di revoca della detenzione in carcere sottolinea come la versione resa da Paoloni sia smentita dagli esiti degli accertamenti di Polizia: l'indagato ha affermato di non aver mai acquistato il farmaco ansiolitico con la ricetta del medico Pirani e che lo stesso (insieme all'altro indagato Erodiani) l'avrebbe ricattato.

Per la procura, le telefonate tra i tre soggetti indicherebbero l'uso da parte di Paoloni del Minias prima di Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010, ma soprattutto smentirebbero l'ipotesi di "ricatto" nei confronti del portiere. Le versioni contrastanti dei diversi soggetti implicati lasciano aperta, tra le altre, proprio la vicenda del Minias: gli investigatori, certi che sia stato Paoloni a organizzare il tutto, mirano a capire se il portiere sia stato aiutato da qualcuno nell'attuazione del suo piano e contano nei prossimi giorni di allungare la lista degli indagati con qualche nome vicino all'ex numero uno della Cremonese. Nome che potrebbe emergere dagli interrogatori già fissati a Cremona per la prossima settimana: martedì 21 davanti al Gip sarà risentito il commercialista bolognese Francesco Giannone, mentre il giorno successivo toccherà al titolare di ricevitoria Massimo Erodiani. Senza dimenticare l'appuntamento di lunedì alle 12, quando Beppe Signori sarà a Bologna per una conferenza stampa nella sala congressi dell'Hotel Savoia Regency.

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