
Dall’inizio dell’anno nel mondo gli attacchi degli squali contro le persone sono stati in tutto 90. In 13 casi i pescecani si sono limitati a infastidire i bagnanti, per ben 57 volte li hanno feriti arrivando addirittura a uccidere dieci esseri umani. Nell’ordine, le coste più a rischio per gli attacchi degli squali sono quelle statunitensi, australiane e sudafricane.
ALLARME A SHARM EL-SHEIKH - Anche se l’ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Una bagnante tedesca è stata uccisa da uno squalo nel golfo di Neema sul Mar Rosso. Tutte le spiagge di Sharm sono state chiuse e i bagni in mare proibiti dalle autorità locali. Al momento non si conosce ancora il nome della vittima, della quale è stata resa nota soltanto l’età: 70 anni. Per Sharm el-Sheikh è il quinto attacco di squali in sei giorni. Poche ore dopo la riapertura delle spiagge, il nuovo attacco contro la 70enne tedesca. L’aggressione è avvenuta a pochi metri dalla spiaggia del lussuoso Hyatt Regency. L’anziana tedesca, con maschera e pinne, stava facendo snorkeling sui fondali corallini. Lo squalo l’ha assalita da destra, azzannandole un braccio e una coscia, e facendola morire dissanguata.
FESTA DEL SACRIFICIO - Secondo alcuni ricercatori, riferisce l’agenzia Reuters, l'avvicinamento anomalo alla costa dei predatori del mare può essere legato all'impoverimento della fauna marina, dovuta anche alla pesca clandestina, o al fatto che a novembre, nei giorni che hanno preceduto la festa del Sacrificio musulmana, sono state gettate in mare centinaia di carcasse di ovini. Come spiega a Ilsussidiario.net l’islamologo Paolo Branca, si tratta di un rito cruento nel corso del quale i poveri animali sono lasciati morire dissanguati.

A RISCHIO ESTINZIONE - E come rivela a Ilsussidiario.net il biologo Marino Vacchi, «l’assalto ai danni degli esseri umani è il modo normale con cui gli squali reagiscono di fronte a un’invasione del loro territorio o a quella che considerano come una preda. Ultimamente però gli squali si stanno estinguendo a causa della pesca tra cui quella particolarmente crudele, che taglia loro le pinne ributtandoli poi vivi in mare». (Clicca qui per approfondire).
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