mercoledì 8 dicembre 2010

Il Natale d'Italia

Natale Roma (foto Fotolia) Milano (Yahoo!)
Natale è uno solo, ma non in Italia. Tra Nord e Sud, infatti, le tradizioni per festeggiare questa ricorrenza così attesa sono ben diverse. In teoria, è come se ci fossero più Natali, anche se il calore e la magia della festa più importante dell’anno restano uguali e intatte in tutta la Penisola. Ecco quali sono le principali differenze tra le usanze del Settentrione e quelle osservate da Roma in giù.
Il giorno in cui si festeggia: Vigilia vs 25 dicembre
La differenza fondamentale tra Nord e Sud rispetto alle tradizioni di Natale è la data dei festeggiamenti. Nel Meridione il momento più importante delle feste natalizie è il “cenone” della Vigilia: le famiglie si ritrovano a casa a ora di cena e trascorrono l’intera serata a tavola consumando i cibi secondo i riti delle singole regioni. Poi, quando arriva la mezzanotte, si scambiano gli auguri, mettono Gesù Bambino nel presepe e aprono i regali sotto l’albero. Per chi vive il Natale soprattutto dal punto di vista religioso, l’usanza è di andare a messa prima della mezzanotte e di rimandare gli auguri e l’apertura dei doni alla fine della celebrazione in chiesa. Il giorno dopo, la festa ovviamente continua ma spesso non con la stessa intensità della sera del 24. Al Nord invece è il pranzo del 25 dicembre l’evento principale dei festeggiamenti natalizi ed è per quest’occasione che si concentrano le migliori ricette. Nelle famiglie in cui si segue questa tradizione, di solito si scartano i regali appena ci si sveglia, si va a messa di mattina e si ritorna a casa all’ora di pranzo per mangiare e banchettare in compagnia dei propri cari. Alla Vigilia, di conseguenza, è data meno importanza.
I regali: Babbo Natale vs Santa Lucia
I doni sotto l’albero, come abbiamo visto, si spacchettano di notte o di mattina a seconda del giorno in cui si festeggia con più solennità. Riguardo ai regali, però, ci sono anche altre usanze particolari che cambiano da una regione all’altra. Per esempio, in alcune zone dell’Italia del Nord, non è Babbo Natale a consegnare i pacchi dono ma Santa Lucia, che li porta a dorso del suo asinello nella notte tra il 12 e il 13 dicembre. Può capitare, quindi, che i bambini che hanno ricevuto i regali in questa data restino “a bocca asciutta” il giorno di Natale. Ormai, però, è difficile che i genitori privino i loro figli di questa gioia nella festa più attesa dell’anno, specie dopo aver letto le consuete letterine in cui i bimbi esprimono la lista dei loro desideri. Perciò, doppia razione di giocattoli e “pensierini”. A Roma, per lo stesso motivo, i bambini attendono con più ansia il giorno dell’Epifania che il 25 dicembre: è la Befana, infatti, la principale responsabile della consegna dei doni, soprattutyo ai “bimbi buoni”. Ma da un po’ di anni a questa parte, per non fare uno sgarbo al simpatico vecchietto con la barba che si occupa di fare felici piccoli e grandi durante la notte di Natale, anche per i bimbi della Capitale il regalo doppio è di norma.
Il cibo: carne vs pesce
Un’altra differenza sostanziale tra le usanze natalizie del Nord e quelle del Sud riguarda i cibi principali che si mangiano durante la cena della Vigilia o il pranzo del 25 dicembre. Il menu di chi festeggia a tavola la sera del 24 deve essere “di magro”, ovvero rigorosamente senza carne e a base di pesce. Come si può intuire, questa regola ha origini di carattere religioso e prevale nelle regioni meridionali, anche se con i flussi migratori degli scorsi decenni si è spostata in molti casi anche al di sopra di Roma. Per il giorno di Natale, invece, la carne non è vietata: al Nord, quindi, è la portata immancabile di ogni banchetto natalizio.
Le ricette e i rituali
La preferenza per la carne oppure per il pesce fa variare naturalmente le ricette e le scelte dei singoli alimenti. Nelle regioni del Nord e del Centro, il simbolo della tavola natalizia è il cappone, in brodo o ripieno, di solito preceduto da primi a base di pasta ripiena con carne e verdure: tortelli, agnolotti, cappelletti, tortellini o ravioli a seconda delle zone. Al Sud, invece, il principe assoluto dei cenoni della Vigilia è il capitone, soprattutto nel Napoletano, o in alternativa l’anguilla. Un’altra qualità di pesce presente in molte tradizioni culinarie regionali del Meridione è il baccalà, servito in umido o con le verdure.
Rispetto al Settentrione, inoltre, dove non ci sono particolari usanze rispetto al numero di portate, in alcune regioni del Sud sono presenti dei veri e propri rituali gastronomici natalizi. In Basilicata e in Puglia, per esempio, la tradizione vuole che la cena del 24 dicembre debba essere costituita da tredici portate, tutte a base di pesce, e sono ancora moltissime le famiglie che si attengono a questa regola.
Il divieto di mangiare carne durante la Vigilia si osserva anche nelle Isole. In Sicilia, il piatto di magro più diffuso è la pasta con le sarde, mentre in Sardegna è la “burrida a sa casteddaia”.
Per il resto, come è noto, ogni regione della Penisola ha le sue ricette specifiche per il giorno di Natale. Gli unici elementi comuni in tutta Italia sono i dolci tipici: il panettone, il pandoro e il torrone.

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