giovedì 30 dicembre 2010

Le regole di chie è riuscito a diventare miliardario

Mark Zuckerberg (Foto Getty)
Un buon proposito è questo: diventare ricchissimi entro la fine dell'anno 2011. Un metodo potrebbe essere spulciare ogni giorno le riviste degli annunci alla sezione miliardi, come a volte fa Groucho, l'assistente di Dylan Dog. In questo caso, dobbiamo darvi un'avvertenza: quei posti sono tutti occupati. Un'altra soluzione, è guardare il proprio albero genealogico in cerca di genitori o zii ricchi, da cui ereditare la fortuna. Ma anche in questo caso potreste avere poca fortuna, a occhio e croce dovreste averli già notati. Una terza soluzione è assecondare questi parametri: non saranno infallibili, ma sono sicuramente più utili degli annunci per miliardari e dei parenti ricchi che non avete. In fondo, derivano dalla rivista Forbes, che sta ai ricchi del mondo occidentale come la Gazzetta dello Sport agli appassionati del Fantacalcio.
Un primo problema è che l'abilità conta poco, la fortuna invece tantissimo. E sono decisivi alcuni dettagli. Per esempio, essere nati a settembre fa tantissimo. Essere uomini purtroppo è ancora una caratteristica molto richiesta: su 678 neo-miliardari del 2009, soltanto 4 sono le donne. Vale sia per gli Stati Uniti che per il resto del mondo. L'unica economia che può dire di aver raggiunto la parità dei sessi nella distribuzione di grandi fette di ricchezza è la Cina, dove praticamente un self-made billionaire su due è una donna. Questo vale ad ogni livello del mercato del lavoro. Per le donne ci sono ancora barriere per l'ingresso nei consigli di amministrazione, a parità di mansioni vengono ancora pagate meno e i venture capitalist (che finanziano le start up) tendono a ignorarle.
L'università è fondamentale: permettersi le migliori, non d'Italia, ma del mondo, è una chiave per fare moltissimi soldi. Quindi, suggerisce Forbes, almeno per i vostri figli cominciate a risparmiare per le rette della cosiddetta Ivy League, il circuito degli atenei più importanti del mondo, come Yale, Harvard e Princeton. Al primo posto c'è proprio Harvard, sulla Costa Est, per numero di miliardari prodotti, al secondo c'è Stanford, che invece si trova in California.
Non si tratta di una legge scientifica: infatti il 9% dei nuovi miliardari americani al college non ci è nemmeno arrivata.  E poi serve frequentarle, queste università., non necessariamente finirle. I fondatori di Google (Sergey Brin e Larry Page), Yahoo! (David Filo e Jerry Yang), Microsoft (Bill Gates), e Facebook (Mark Zuckerberg, fresco di nomina a uomo dell'anno per Time) hanno tutti mollato gli studi per darsi agli affari.
Ad alcuni, può anche fare bene un po' di disciplina militare. Sono ex soldati Ross Perot (che ricorderete come candidato indipendente alla Presidenza degli Stati Uniti) e Daniel Abraham, diventato poi ricco e famoso per aver creato i prodotti Slim Fast. Anche se non in guerra, fanno comodo dure lezioni di vita: come essere licenziati dal primo lavoro importante. Un caso classico è quello dell'attuale sindaco di New York (e potenziale candidato presidenziale) Michael Bloomberg, che fondò il suo impero mediatico dopo essere stato cacciato dallo studio legale dove lavorava, Salomon Brothers.
Poi, un ruolo importante lo ricopre il dove ci si mette a fare affari. Non serve un economista per immaginare quali sono i due posti migliori al mondo per diventare molto ricchi: la California, dove si gode ancora l'onda lunga di successo e creatività generata nella Silicon Valley, e la Cina, che solo nell'ultimo anno ha donato al mondo 49 nuovi miliardari.
Dopo aver gettato le basi del vostro business (ma a questo punto sarete già sufficientemente ricchi da poter avere un maggiordomo, un ampio garage e l'abbonamento in tribuna per la vostra squadra del cuore) il passaggio per diventare super ricchi è la Borsa. Piazza Affari, certo, oppure Wall Street e il Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici. Quotarsi sul mercato azionario è uno strumento molto efficace per moltiplicare le vostre ricchezze. Basta chiedere a Pierre Omidyar, che ha guadagnato quasi otto miliardi di dollari per aver venduto le azioni della sua Ebay, o Jeff Bezos, che con il lancio di Amazon al Nasdaq ha guadagnato più di 12 miliardi di dollari.

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