mercoledì 15 dicembre 2010

Il dipinto che nasconde la mappa di una storia

(Kika)
LEONARDO O NON LEONARDO? - Il mistero della Gioconda, uno dei più celebri dipinti di ogni tempo, probabilmente resterà tale fino alla fine dei tempi. E come tale continuerà a scatenare una continua ridda di ipotesi più o meno suggestive, di scoperte più o meno scientificamente appurate, ma sempre misteri resteranno. A cominciare dal primo: seppure sia oggi generalmente approvato che autore del dipinto sia Leonardo Da Vinci, il quadro non è firmato. Oggi tutti concordano che l'autore sia comunque il genio toscano, e si è appurato che già alla morte di Da Vinci quando il dipinto fu finalmente reso pubblico (la Gioconda sarebbe infatti rimasta in suo possesso, celata a tutti, fino al giorno della sua scomparsa) si parlò di lui come autore. Ma perché Leonardo la tenne nascosta? E soprattutto chi era Monna Lisa?
L'ULTIMA SCOPERTA - La nuovissima scoperta, che quantomeno porrebbe fine per sempre a eventuali dubbi sulla paternità del quadro, arriva adesso da Pavia. Esattamente dal Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici e Culturali, una associazione che qualche tempo fa dichiarò risolto un altro mistero, quello riguardante i resti di un altro famoso pittore, il Caravaggio. In una intervista rilasciata ai media inglesi, Silvano Vinceti presidente nazionale di questo Comitato, dichiara di aver scoperto delle lettere alfabetiche negli occhi della Monna Lisa. "Nell'occhio destro appaiono le iniziali LV, che significherebbero Leonardo Da Vinci. Nell'occhio sinistro invece ci sono dei simboli ancora non meglio identificati. Potrebbero essere la lettera C, la E o anche la B. Sappiamo per certo che Da Vinci usava spesso i simboli per comunicare qualche cosa, per cui possiamo essere certi che questi messaggi individuati negli occhi della Gioconda provengono da lui". Vinceti dichiara poi che in un ponte che si vede nello sfondo del dipinto appare il numero 72, ma non è ancora sicuro se sia invece una L e un 2. Invisibili a occhio nudo ma visibili con una lente di ingrandimento di grande potenza, i simboli sarebbero stati individuati grazie alla scoperta di un libro molto antico che ne parlava. Un caso paragonabile al Codice Da Vinci dello scrittore Dan Brown oppure realtà?
GLI OCCHI DI LISA - Non è la prima volta che gli occhi della Gioconda vengono esaminati. O piuttosto il contrario. Nel novembre 2009 due ricercatori spagnoli sostennero che il segreto del misterioso sorriso della donna ritratta che ha incuriosito milioni di persone da secoli dipenderebbe tutto dagli occhi di chi osserva il quadro. Quella che a molti appare come una espressione mutevole, dipende dalle diverse cellule che compongono la retina e che trasmettono informazioni diverse fra loro al cervello. I canali di trasmissione delle informazioni hanno lo scopo di codificare i dati relativi alla grandezza di un oggetto alla luminosità e ai colori e anche la posizione. Questi canali possono variare ogni volta che si osserva un oggetto. Nel caso del dipinto di Leonardo, se un canale prende il sopravvento nei confronti di un altro, si vedrà il sorriso oppure no sul volto della Lisa
MA CHI ERA LA GIOCONDA? - Il mistero che comunque appassiona di più da sempre è quello riguardo l'identità della donna raffigurata. Qualcuno ha anche detto trattarsi di un autoritratto di Da Vinci stesso. Altri hanno detto trattarsi di un ragazzo, a sottolineare l'identità omosessuale di Leonardo, motivo per cui avrebbe tenuto sempre nascosto il quadro. Una ipotesi avvalorata da documenti dell'epoca ritiene che la donna sia stata Lisa Gherardini, seconda moglie di Francesco Del Giocondo, un ricco setaiolo di Firenze. Fu Giorgio Vasari nel suo "Vite" del 1550 a chiamare per primo Monna Lisa il dipinto. Perché allora il quadro venne tenuto nascosto? Semplice: il committente non sarebbe stato il marito, ma l'amante, che rispondeva al nome di Giuliano dei medici. Anche Freud disse la sua sulla Gioconda: Leonardo aveva dipinto un ritratto postumo della madre Caterina, oppure una visione ideale attinta dalle immagini del proprio subconscio.

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