mercoledì 22 dicembre 2010

Tornano le vecchie epidemie...allarme dal regno unito

Epidemie (Foto Fotolia)
Regno Unito: circa novemila casi di tubercolosi diagnosticati su base annua. Quattro su dieci di questi casi si ritrovano a Londra. Negli ultimi 10 anni la percentuale di crescita dei casi di tubercolosi è salita del 50%. Ma secondo gli esperti queste cifre non rappresentano il vero livello di incidenza della malattia, esso sarebbe molto più alto. Che succede? La tubercolosi, una malattia da sempre presente nella storia dell'umanità (si è riscontrato fosse già diffusa ai tempi dell'uomo preistorico), si pensava fosse stata ormai quasi del tutto debellata dalla fine della Seconda guerra mondiale. La tubercolosi, diffusa nei ceti poveri, era largamente presente nell'Europa industriale del XIX secolo. I casi nella Gran Bretagna di tubercolosi, attorno ai 117.000 nel 1913, erano crollati a circa 5.000 nel 1987, ma sono risaliti, raggiungendo i 6.300 casi nel 2000 e i 7.600 casi nel 2005. Secondo il professor Alimuddin Zumla dell'università di Londra, il motivo del ritorno della malattia è dovuto alla forte immigrazione d paesi poveri del cosiddetto terzo mondo: "La crescita della malattia nel Regno Unito" dice il professore "è presente in maggior parte nei gruppi di persone provenienti da altri paesi. Nel 2009, la presenza della tubercolosi era del 28% nei gruppi di africani, del 27% negli indiani e solo del 10% nei bianchi inglesi".
IL COLERA AD HAITI - Dopo il terremoto, il colera. Ai primi di dicembre, il tragico computo registrava 80mila contagi e 1.815 vittime. Ogni giorno nell'isola si registrano un migliaio di nuovi ricoveri e da 20 a 40 casi letali. Il colera è una malattia infettiva del tratto intestinale caratterizzata dalla presenza di diarrea profusa. La situazione di Haiti, rasa al suolo dal terribile recente terremoto, ovviamente ne ha permesso lo sviluppo. Ma è interessante notare come a fine agosto del 1979 una epidemia di colera si diffuse nella nostra città di Napoli, estendendosi poi fino in Puglia, soprattutto a Bari. Ci furono unta trentina di morti, di cui la maggior parte nel capoluogo campano. Il motivo? Il deteriorarsi delle condizioni igieniche e dal mancato smaltimento dei rifiuti. Chiunque legga le cronache recenti della crisi dello smaltimento dei rifiuti a Napoli e provincia, dovrebbe preoccuparsi molto di possibili ritorni dell'epidemia anche in questo terzo millennio.
MALATTIE SESSUALI - La sifilide è una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale. Il morob fu scoperto nel 1905. Debellata da decenni, oggi si assiste a un ritorno della malattia tramite la prostituzione diffusissima nei grandi centri metropolitani del nostro paese. Nel 2010 si è calcolato che sulle strade del capoluogo lombardo ci siano circa 1500 prostitute o viados: sono stati 207 i casi di sifilide in Lombardia nel 2007. Indagini portate avanti dagli istituti sanitari lombardi rivelano che il 32% delle persone osservate, soprattutto egiziani, marocchini e sudamericani, non si è mai sottoposta a visita medica. Gianpaolo Landi, assessore milanese alla salute, ha recentemente dichiarato: "Ci sono malattie come la sifilide che stanno tornando a diffondersi e il fenomeno crescerà se non si regolamenta la prostituzione".
MALARIA - La malattia portata dalle zanzare che ha origine nelle zone paludose e ricche di acquitrini, è considerata debellata in Italia sin dagli anni Trenta, grazie alle grosse bonifiche di ampie zone del Lazio e della Toscana effettuate in epoca fascista. Ma negli ultimi tempi si è assistito a un ritorno anche nel nostro paese della terribile malattia. Nel nostro paese si registrano più di mille casi di malaria ogni anno. Come mai questo ritorno? Per via dei molti viaggiatori che si recano in paesi africani (dove si registra il 90% dei casi di malaria di tutto il mondo) per turismo o lavoro, e viceversa, i molti immigrati che arrivano in Europa. Il rischio di contrarre l'infezione è molto elevato in caso di soggiorno in Africa intertropicale, mentre è inferiore, salvo alcune aree altamente endemiche, in caso di soggiorno in America latina e in Asia. Ogni anno circa 10.000-30.000 viaggiatori europei e americani si ammalano di malaria.

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