venerdì 26 novembre 2010

Esther e il suo record

Esther Vergeer
Spesso vengo accusata, e non a torto, di essere ripetitiva, ci sono racconti, però, che meritano davvero di essere ricordati in più occasioni. E la storia di cui voglio parlare oggi appartiene a questa categoria. Protagonista è l'olandese Esther Vergeer, la numero 1 del tennis in carrozzina. Già un paio di mesi fa avevo raccontato la storia di quest'atleta che aveva vinto gli US Open timbrando la 394esima vittoria consecutiva in sette anni. Una Federer al femminile, per intenderci e per rimanere sempre nell'ambito di questo sport. I 16 slam dello svizzero valgono tanto quanto il dominio incontrastato in questi ultimi sette anni di Esther (che non perde dal 2003), costretta alla sedia a rotelle in seguito a un'operazione a cui si sottopose alla tenera età di otto anni. Un intervento chirurgico che le salvò la vita, ma che le tolse l'uso delle gambe. Una tragica fatalità, una disgrazia difficile da accettare, sempre e comunque, a maggior ragione se sei una bambina di otto anni, con una vita intera davanti e che all'improvviso vedi spezzata. Ma Esther non si è buttata giù, non poteva più correre con le proprie gambe, avrebbe utilizzato al meglio quella che sarebbe stata la sua compagna di vita. Chi poteva impedirglielo? Chi poteva impedirle di sognare? Nessuno. E si è buttata a capofitto nello sport, dedicandosi alla pallavolo, al basket, dove gli ottimi risultati non mancarono tant'è che raggiunse anche la nazionale, ma soprattutto al tennis, lo sport che le avrebbe regalato la gloria.
10 campionati del mondo di tennis su sedia a rotelle, 3 medaglie d'oro in singolare alle Paralimpiadi, questi sono solo alcuni dei numeri da lei realizzati. Ma la Vergeer non si è fermata qui. Non si è posta limiti lei, perchè nessuno può impedirle di sognare. I sogni, a volte, possono anche diventare realtà e la realtà è che la Vergeer ha toccato (e superato) la soglia dei 400 match consecutivi vinti in carriera. L'ha fatto vincendo il Nec Masters la scorsa settimana e aggiungendo un ulteriore mattoncino a una carriera da far invidia a chiunque. E le congratulazioni per questo traguardo le ha ricevute proprio da un altro collega, quel Roger Federer vincitore di sedici tornei dello slam, tanti quanti quelli vinti dalla stessa Esther. Già, non ve l'avevo detto? L'olandese in bacheca può esporre sette Australian Open, quattro Roland Garros e cinque US Open. Cifre da brivido...
A corollario di tutto ciò c'è la scelta della rivista Espn che ha deciso di puntare su di lei per "Body Issue", un numero speciale dedicato alla prestanza fisica degli atleti. Insieme a Esther, tra gli altri, il giocatore di NBA Amar'e Stoudemire e quello di NFL Patrick Willis. Può sembrare un controsenso, forse, qualcuno ha arricciato il naso alla decisione della Vergeer di posare nuda. Ma perchè non farlo? Linda Mastrandrea, anche lei famosa atleta disabile del passato e ora attivamente impegnata nel movimento paralimpico, non ha condiviso questa scelta. "Non c'è bisogno di spogliarsi per dimostrare di essere una donna forte", le sue parole. "Abbiamo voluto mostrare che la disabilità non è un handicap per essere un grande atleta", ha spiegato, invece, il caporedattore di Espn, Gary Belsky. Prima dell'olandese l'hanno fatto la statunitense Sarah Reinersten, triatleta senza una gamba e un'altra atleta a stelle e strisce, Aimee Mullins, campionessa di atletica leggera negli anni '90, amputata alle gambe a causa di una malformazione quand'era bambina.
Entrambe belle, come Esther, e fenomenali nel proprio sport tanto da meritarsi un omaggio su una delle copertine più ambite. Non bisogna porre limiti ai propri sogni, ma, più in generale, non bisogna porsi limiti. Non sono frasi fatte, Esther ce l'ha dimostrato.

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