venerdì 26 novembre 2010

Il pensiero delle hostess

(Fotolia)
Un aereo è uno spazio molto compresso dove qualche centinaio di estranei trascorrono svariate ore senza possibilità di uscire prima dell’arrivo. E’ uno dei modi migliori per vedere il genere umano all’opera, e in questa posizione privilegiata c’è l’assistente di volo. Mentre il pilota e il co-pilota si occupano di portare il velivolo a destinazione, hostess e steward devono far sì che all’aeroporto arrivino anche i passeggeri. Devono contenere le paure, gli istinti e le cattive abitudini di centinaia di persone diverse ogni giorno. All’esterno, mostrano una calma da consumato monaco buddista. Ma se volete un vero dizionario hostess-passeggero, passeggero - hostess, per capire cosa pensano davvero in ogni situazione, eccolo: il Reader's Digest Magazine ha raccolto le frasi più significative...
Bagaglio a mano
“Vuoi cominciare con il piede sbagliato con me? Metti il tuo bagaglio a mano negli alloggiamenti già pieni, poi siediti dopo averlo lasciato pericolante e in attesa di cadere su altri passeggeri e aspetta che qualcuno (cioè: io) venga a risolvere il problema che hai appena creato”.
Ora che con le compagnie low cost, imbarcare la valigia si paga (e caro), tutto il bagaglio è diventato bagaglio a mano. Questo si traduce in una corsa agli spazi liberi per depositare borse, zaini e trolley. Alcuni riescono a fare quattro passi in più per cercare uno spazio libero adatto, ma molti ignorano i principi basilari della Fisica (e di Tetris) cercando di infilare la nostra valigia in quello spazio sopra il nostro posto, già occupato da quattro borse, sei cappotti, un ombrello e una decina di sciarpe. Appena conquistato un minimo di equilibrio per il bagaglio a mano, ci accomodiamo in attesa degli eventi, sperando che non uccida nessuno cadendo e abbassando gli occhi quando la povera hostess arriva a risolvere la questione.
Galanterie
“E’ ora di finirla con le leggende! Non abbiamo un fidanzato in ogni città. E la nostra età media è sopra i 40”.
Cari playboy dei cieli, che pensate che un volo senza corteggiamento dell’hostess è un volo sprecato, le assistenti di volo hanno una notizia per voi: non siete i primi, non sarete gli ultimi. Neutralizzare i vostri approcci erotici è una tecnica antica quanto la storia dell’aviazione civile. Non si concedono appuntamenti dopo l’atterraggio, nessuno ha voglia di occupare il posto libero accanto a voi sorseggiando brandy, nessuno ha voglia di tenervi la mano durante la turbolenza. E soprattutto, sfiorare un fianco all’assistente di volo mentre passa in corridoio porterà soltanto una denuncia per molestie.

Misunderstanding
“Se ti passo il caffè e ti chiedo se vuoi latte e zucchero, non mi chiedere ‘Cosa?’. Cosa posso averti chiesto? Per che squadra tifi?”
Siete distratti, state ascoltando l’opera omnia di Mozart dal lettore mp3, state studiando certi documenti riservati della Cia. Tutto molto legittimo. Ma se qualcuno vi offre caffè, e vi pone una domanda, è statisticamente molto plausibile che quella domanda riguardi il latte o lo zucchero.
Tempismo
“Devi davvero andare in bagno proprio ora, che sto manovrando un carrello da cento chili nel corridoio? Non puoi aspettare due minuti?”
Ecco una cosa con cui chi lavora sugli aerei deve battagliare sempre: l’inderogabile bisogno di fare la cosa sbagliata al momento sbagliato. E’ come se la vista, o la sola percezione, del carrello del cibo, fosse musica per le vesciche, perché proprio in quell’istante c’è sempre il passeggero che avverte quel richiamo della natura a cui non si può dire no. Anche a costo di giocare a sudoku con il carrello e qualche altro sventurato passeggero a cui proprio in quel momento veniva servito il pasto.
Tempismo/2
“Se puoi evitare di venire a stiracchiarti proprio mentre sto consumando il mio pasto, te ne sarei grata”.
Come nel caso dei bagni, il bisogno fisiologico di rimettere in circolazione il sangue è legittimo. Ecco, magari la tempistica potrebbe essere studiata con maggiore accuratezza.
Impellenze
“Se viaggiate con neonati, portate i pannolini. Se siete diabetici, portate le siringhe. Soffrite di pressione alta? Per favore, portatevi i vostri farmaci!”.
Il vero problema è che l’aereo non è un ospedale viaggiante, e le hostess non sono McGyver, quindi possono al massimo passarvi qualcosa per il mal di testa, ma sicuramente non possono costruire un inalatore con la fodera di un cuscino e tre forchette di plastica. Quindi non lasciate a casa tutto ciò che vi è assolutamente necessario.
Pudore                                            
“Non so se ve ne siete accorti ma ci sono anche altre persone sull’aereo”.
Senza scendere in dettaglio, sotto le copertine date ai passeggeri per dormire accade di tutto. E senza ricorrere a scenari degni di un romanzo di Chuck Palanhiuk, l’autore di Fight Club, non è raro vedere persone che approfittano del volo per dedicarsi ad attività che avevano trascurato per qualche lustro, come tagliarsi le unghie dei piedi. Per non parlare dei musicisti sinfonici da naso, che si lasciano andare al sonno pur avendo collezionato varie denuncie per un russare degno del cantiere di una centrale idroelettrica.
Maleducazione
“E’ vero, molti passeggeri sono maleducati. Il modo migliore per disarmarli è presentarti, chiedergli il nome e dire qualcosa come:‘Sono stata incredibilmente gentile con lei per tutto il viaggio. Ora perché mi sta trattando in questo modo?’. Di solito, questo porterà gli altri a darti ragione”.
Le assistenti di volo sono diventate geni della psicologia applicata, e sanno ridurre a più miti consigli anche il passeggero più esagitato. Quindi è meglio non sfidarle, comportarsi seguendo le regole e non abbandonarsi a sfoghi plateali perché vogliamo andare in bagno durante un vuoto d’aria, essere serviti del quattordicesimo drink o scendere dall’aereo nell’istante in cui ha toccato terra. Le hostess non urlano, cercano la solidarietà degli altri passeggeri. Perché conoscono la mente umana, e sanno che non c’è niente di più rilassante che vedere una persona arrogante umiliata pubblicamente con fare da maestrina. Attenzione, alla fine della lezione potrebbe anche scattare l’applauso.
Bambini
“Se stai viaggiando con tuo figlio e senti un campanello che suona, e suona, e suona, forse è proprio lui che ha trovato un nuovo gioco: il richiamo per assistenti di volo”.
I bambini sono i benvenuti in aereo, ma il fatto che non possano uscire dal velivolo durante il tragitto non deve autorizzare i genitori a sentirsi rilassati come se li avessero appena lasciati al nido per qualche ora. Il pargolo troverà interessante molti strumenti che possono rendere un inferno la vita degli altri passeggeri e soprattutto della povera hostess. Che quando vede un volo con più di tre bambini, comincia a tremare.
Penne
“Per favore, se andate in un paese che ha procedure per l’immigrazione complesse, come gli Stati Uniti o il Giappone, portatevi una penna per compilare i vostri moduli!”.
Poco prima di atterrare a Tokyo o New York, gli assistenti di volo distribuiscono i moduli per l’immigrazione. E la scena è sempre la stessa. I passeggeri guardano il foglio con un’aria perplessa, come se l’operazione richiesta fosse al di là di ogni umana conoscenza. Poi si rendono conto che la compilazione sarebbe sicuramente avvantaggiata da uno strumento innovativo. La penna. In quel momento vedrai circa duecento mani che si alzano all’unisono per chiederne una. Ma l’aereo non è una cartoleria.
Liti condominiali
“I passeggeri vengono sempre a lamentarsi con frasi come:’Puoi dirgli di alzare lo schienale?’ Oppure ‘Non lascia spazio al mio braccio destro’.
Si chiama regressione infantile. Quando c’è un’autorità (magari femminile) a cui affidarsi, gli essere umani (di solito uomini) perdono istantaneamente qualche decennio di età mentale ed evolutiva. In aereo, molti sono ben felici di tornare all’asilo e rispolverare quel “Maestra, Pierino mi tocca” che avevano lasciato troppo a lungo ad ammuffire per perseguire carriere da dirigenti d’azienda.
Verso Sud
“Chi vola da un posto freddo a una destinazione di mare molto chic, è convinto di essere sempre in prima classe. Anche quando non è così. E basta pellicce negli alloggiamenti per il bagaglio a mano!”
Un classico incubo da assistente di volo. I voli dei vacanzieri d’inverno, convinti di essere parte di un’elite mondiale che garantisce il diritto di violare le comuni leggi della fisica. Che impediscono a duecento passeggeri di avere duecento pellicce e duecento trolley e farli stare tutti nello stesso volo.
Astrofisica
“Vi svelo un incredibile segreto: la porta della toilette si apre semplicemente spingendola!”.
Molti sono ancora intimiditi dai progressi tecnologici dell’aviazione civile. Forse si aspettano che anche i bagni siano dotati di qualche strumento a riconoscimento ottico della retina, magari per impedire ai terroristi di effettuare le proprio minzioni prima di dirottare il velivolo. O forse una toilette è una toilette, e si entra come in tutte le toilette del mondo. Spingendo la porta. E forse si fa più bella figura se si fa questo tentativo, prima di interpellare l’assistente di volo.

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