domenica 21 novembre 2010

La testata di ETO'O

gettyL'attaccante protagonista di un gesto assolutamente da condannare durante la sconfitta dell'Inter sul campo del Chievo. Testata volontaria ai danni di Cesar, che macchia in maniera indelebile l'immagine di uno dei pochi volti puliti del calcio moderno
Minuto 38 di Chievo-Inter, partita valida per la 13a giornata di Serie A. Un’istantanea che rischia di far crollare l’immagine di uno dei pochi volti puliti del calcio moderno, simbolo della lotta al razzismo, idolo di molti ragazzi ed esempio di correttezza in campo. Samuel Eto'o (nella foto AP/LaPresse), centravanti camerunese dell'Inter cade nella trappola della provocazione di Cesar che prima lo ferma con le cattive, poi gli rifila uno schiaffetto da dietro e forse poi gli rivolge anche qualche frase poco simpatica. Forse. Eto'o non reagisce subito, si rialza e avviandosi verso l'area decide in un momento di raptus di imitare la celebre testata che Zinedine Zidane rifilò a Marco Materazzi nella finale dei Mondiali 2006. Cesar cade a terra dolorante, attorno al difensore sloveno si crea lo scompiglio mentre Eto'o manifesta la sua innocenza. Pessimo. Un'aggravante che si aggiunge al gesto smascherato in maniera impietosa dal replay televisivo. Rocchi chiede aiuto ai suoi collaboratori, ma nessuno ha visto nulla e così Eto'o se la cava e resta in campo anche se non riuscirà a evitare la sconfitta dell'Inter nonostante il suo nono sigillo in campionato.
Amarezza, tanta. Sugli spalti ci si accorge subito della gravità del gesto, e non bastano le successive e continue scuse di Eto'o che non perde occasione per cercare di spiegarsi con Cesar. Lo sloveno non ci sta e rifiuta la contestazione amichevole.
Tanto grave quanto sorprendente, soprattutto perché si parla di un giocatore che durante la sua carriera si è sempre contraddistinto per la sua lealtà in campo e la sua commovente e apprezzata lotta al razzismo. A molti, infatti, verranno in mente le immagini di quel famoso Real Saragozza-Barcellona del 2006, quando il centravanti decise di lasciare il campo dopo i continui insulti razzisti (verso della scimmia e lancio di noccioline in campo) da parte del pubblico di casa. Un gesto forte, rientrato solo grazie all'affetto di compagni, avversari e direttore di gara. Un episodio plateale che riaprì un dibattito in tutto il mondo del calcio, purtroppo mai risolto come purtroppo ci hanno ricordato i cori contro Balotelli dell'altra sera. E anche qui Italia, Eto'o ha spesso manifestato il suo disgusto verso l'ignoranza della gente come confermano le sue esultanze dopo i tanti gol realizzati (ballo a imitare una scimmia) o le sue parole una volta sbarcato in Italia ("corro come un negro per guadagnare come un bianco", ndr).
Simbolo e idolo della Nazionale camerunese, di cui è capitano e stella indiscussa, ha spesso aiutato i compagni più poveri comprando di tasca sua scarpini, magliette, e vari accessori. Ragazzo eccezionale, sempre sorridente in campo e prodigo di consigli per i più giovani. Ammirato e rispettato anche dagli avversari, da sempre uno dei simboli più cristallini di questo sport. Proprio per questo è ancora più dura da commentare e da digerire il gesto di Verona, soprattutto perché chi crede ancora nei valori dello sport, come lealtà e correttezza. Peccato.
La testata di Eto'o fa male, e non solo a Cesar, ma a tutti quegli appassionati di sport che apprezzano e venerano miti sempre più difficili da scovare in questa società moderna.

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