venerdì 26 novembre 2010

La cioccolata rischia di finire

Cioccolato (foto Fotolia)

Che mondo sarebbe senza il cioccolato? Probabilmente un po'più triste, almeno per molti di noi. Eppure nel giro di una ventina di anni questo gustoso alimento potrebbe diventare raro e più costoso del caviale.
L'allarme arriva dalle colonne del quotidiano britannico Independent che ha raccolto le preoccupanti dichiarazioni di Tony Lass, presidente della Cocoa Research Association. Ma cosa minaccia le piantagioni di cacao? Qualche rara malattia? Un insetto particolarmente goloso? Niente di tutto questo: gianduiotti e cremini rischiano di scomparire a causa della crisi economica e della caccia al profitto operata da multinazionali e imprenditori senza scrupoli. (È vero che il cioccolato fa venire i bruofoli? Scopri tutti miti e falsi miti dell'alimentazione)
Le piante di cacao crescono in un'area molto ristretta, entro i 10° di latitudine dall'equatore e, di fatto, solo nei paesi in via di sviluppo. Secondo quanto riporta l'Independent i governi di questi paesi, complice la situazione economica mondiale, non sono in grado di offrire alcun incentivo ai coltivatori, che si trovano così nell'impossibilità di sostituire le piante man mano che invecchiano e muoiono. E sebbene le grandi multinazionali del cioccolato abbiamo messo in campo scienza e tecnologia, per esempio sequenziando il genoma della pianta di cacao per sviluppare arbusti più produttivi e resistenti, per i fanatici della tavoletta si preannunciano tempi duri.
(Sai che il cioccolato fa malissimo a cani e gatti?)
I piccoli coltivatori di cacao non guadagnano più di 80 centesimi di euro al giorno e così o abbandonano le campagne o si orientano verso colture più redditizie. Per esempio il grano geneticamente modificato, la soia o la palma da olio, impiegata nella produzione di biocarburanti (i biocarburanti sono davvero ecologici? Scopri i progetti energetici più sporchi del mondo). Il risultato? Entro il 2030 il cioccolato potrebbe essere introvabile e costare dai 10 ai 20 euro a tavoletta. E tu? Quanto saresti disposto a pagarlo?

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