
SUICIDIO IN DIRETTA STREAMING - La polizia locale è stata allertata dai visitatori della pagina web Ustream e sono riusciti a identificare l’appartamento del ragazzo. Ma quando gli agenti sono arrivati, alle 8 del mattino, era già morto. Già la scorsa settimana il 24enne aveva annunciato la sua intenzione di togliersi la vita, dopo essersi lamentato per diverse settimane a causa di problemi che aveva dovuto affrontare sul lavoro. Impiegato in una banca, era stato sospeso dal suo incarico a partire da agosto. L’uomo, che viveva da solo, aveva dato vita a uno streaming video in tempo reale a partire da domenica sera, ripetendo che le sue intenzioni erano quelle di suicidarsi. Mentre alcune persone hanno pubblicato dei messaggi tentando di parlargli per convincerlo a desistere dai suoi propositi, altri lo hanno incoraggiato a farla finita.
INCITATO PER UN’ORA E MEZZA - Continuando a incitarlo per oltre un’ora e mezzo, mentre il ragazzo armeggiava per impiccarsi al balcone. Alle 4 del mattino il primo tentativo, ma la corda si è spezzata. Il 24enne stava per desistere, ma i messaggi on-line lo hanno invitato a proseguire. E così è andata avanti fino alle 5,30, quando i gestori di Ustream hanno interrotto la diretta e chiamato la polizia, che però ha impiegato 2 ore e mezza a individuare il suo appartamento. E quando c’è riuscita è stato troppo tardi. Secondo la polizia giapponese il numero dei suicidi nel Paese continua a salire. E le persone che si tolgono la vita in seguito a patti stretti on-line, benché esigue rispetto al totale, stanno crescendo in modo significativo. La maggioranza di questi patti suicidi collegati a Internet si sono verificati in Giappone, ma simili episodi si sono registrati anche in Gran Bretagna, Stati Uniti e in tutta l’Europa.«COIFFEUR-SALVAVITA» - In Giappone però il problema è così grave, che le autorità del Paese asiatico hanno pensato di arruolare 650 parrucchieri con il compito di aiutare a contrastare il fenomeno. I funzionari di Toyama hanno lanciato il primo progetto nazionale in cui i coiffeur sono utilizzati come mediatori tra i clienti con aspirazioni suicide e gli psicologi. Un’iniziativa fa leva sulla ben nota abilità dei parrucchieri nel creare un legame di empatia con i clienti che spesso sentono un sollievo nel confidare loro i problemi che stanno vivendo. E le autorità giapponesi hanno quindi pensato di utilizzare i coiffeur sfruttando le loro doti comunicative al fine di salvare, tra una sforbiciata e una messa in piega, le persone depresse mettendole in contatto con lo psicologo.
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